Il cambio destinazione d’uso è un’operazione che permette di modificare la funzione a cui è adibita la propria unità immobiliare è adibita: si pensi, a titolo di esempio, alla trasformazione di un magazzino in abitazione, o di un’abitazione in un negozio.

Ma cosa bisogna fare per modificare la destinazione di un immobile?

L’autorizzazione urbanistica

La prima cosa che ci preme condividere in relazione al cambio di destinazione d’uso è che tale procedura è rigidamente regolamentata dal quadro normativo nazionale e che un cambio di destinazione d’uso effettuato senza il rispetto delle necessarie autorizzazioni comporta un abuso edilizio, con conseguenti sanzioni.

Ciò premesso, è anche vero che se il cambio di destinazione d’uso non è rilevante e non prevede interventi edilizi, per formalizzarlo è sufficiente presentare una Denuncia di inizio attività sottoscritta da un professionista abilitato. Se invece è necessario realizzare dei lavori più significativi, allora bisognerà munirsi del permesso di costruire

L’autorizzazione catastale

Una volta che ci si è mossi nella giusta direzione per l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni urbanistiche, è la volta di curare la parte catastale. Da questo punto di vista, è sufficiente presentare il cambio d’uso catastale all’Agenzia delle Entrate (ex Territorio), permettendo così all’ente di effettuare la variazione a fini tributari.

Quando è possibile fare il cambio di destinazione d’uso

Come abbiamo introdotto, il cambio di destinazione d’uso è effettuabile solamente in presenza di determinati requisiti previsti dalla normativa in vigore, i quali dipenderanno anche dalla categoria funzionale di destinazione.

Per esempio, se – come spesso avviene – si intende effettuare un cambio di destinazione d’uso con passaggio da ufficio ad abitazione, bisognerà verificare se l’immobile su cui si effettua la variazione sia compatibile con i requisiti richiesti per l’abitazione, che la modifica sia prevista nel Piano urbanistico regionale e che entro il termine massimo di 15 giorni dalla fine dei lavori si effettui la Segnalazione certificata di agibilità.

Come intuibile, la violazione del quadro normativo vigente esporrà il proprietario dell’immobile a significative sanzioni di tipo pecuniario e amministrativo.

I costi del cambio di destinazione d’uso

Il cambio di destinazione d’uso ha dei costi molto variabili. In linea di massima, se il cambio di destinazione d’uso presuppone la necessità di realizzare delle opere di ristrutturazione, è proprio questa la voce generalmente più rappresentativa.

In aggiunta a ciò, occorrerà aggiungere il costo dei professionisti incaricati ad espletare le pratiche burocratiche, così come gli oneri di urbanizzazione e il costo delle pratiche catastali. Ne deriverà che il costo del cambio di destinazione d’uso sarà rappresentato dalla sommatoria di tutti gli oneri di cui sopra.

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